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recensione del principe mezzosangue., © mister han

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allison.
view post Posted on 21/7/2009, 11:04




Divertente si, forse, ma...
Pessimo. Agghiacciante. Senza connessione logica. Silente muore e Hermione dice ad Harry di pomiciare poco con Ginny quando c'è Ron.
EDIT: altra accuratissima recensione di Mister Hahn del anti emma-w che invece come voto dà 0.
SPOILER (click to view)
Un po’ mi ricordo le più grandi lamentele seguite all’Ordine della Fenice. Dov’è il Quidditch? E lo ship R/Hr? Perchè Harry è così remissivo e patetico? Ma le uniformi non le indossano mai! Che trama sconclusionata!
Dopo due anni chi pensava queste cose (io, per esempio) è stato all’incirca accontentato, però le stroncature dei fan di Harry Potter sono le stesse e con lo stesso tono “mi hai ucciso un parente”. Sono d’accordo con la delusione generale di questa parte dei fan, ma è solo per dimostrare che in fin dei conti le “scelte giuste” in fatto di film forse non esistono.
Stavolta diversamente dal solito ho evitato di leggere il libro in prossimità dell’uscita del film e di riempirmi la testa di meravigliosi dettagli e sequenze che avrei inutilmente sperato di vedermi apparire davanti. Tutto questo in ossequio all’assioma “I libri non sono i film e i film non sono i libri“. Il cui corollario è “però senso ultimo e personaggi, quelli sono.”

A me Harry Potter e il Principe Mezzosangue ha deluso e non è piaciuto. Ma non credo meriti una bocciatura, e neanche un brutto voto: 6 e mezzo. Si porta in dote gli errori dei film precedenti ma corregge molti dei propri, in particolar modo quelli dello stesso Yates nel 5° film. Certo, fa anche delle stronzate assolutamente inedite.

La sceneggiatura è grossomodo OK. Nel libro è facile rendersi contro di 4 leit motif principali: l’indagine nel passato di Harry e Silente, tutto il gossip hogwartsiano, l’ossessione Harry/Draco e il Principe Mezzosangue. L’ultimo è stata pressochè eliminato, anche perchè non è che tra quando compare il libro del Principe e quando si scopre chi in effetti sia, questa parte della storia faccia particolari progressi (nel libro). Le altre ci sono tutte, il problema è che quest’anno ad Hogwarts ognuno si fa un po’ i cazzi propri. Ron e Hermione sono presissimi da loro stessi e non hanno il minimo ruolo negli eventi oscuri, neanche quello di dissuadere Harry da Draco. D’altro canto, Harry non viene veramente persuaso da nessuno a compiere il suo vero dovere e mai sembra che il rincorrere Draco attenti la riuscita della vera missione. In sostanza, le trame parallele sono sfilacciate fra loro.
Tutto questo è solo grossolano (quanto grossolano dipende da come i singoli filoni vengono poi dipanati), non necessariamente sbagliato. Soprattutto, questa linearità rende il film molto più comprensibile rispetto al quarto e al quinto da chi i libri non li ha letti (voglio dire, comprensibile quanto lo può essere il sesto capitolo di una saga se non sei stato concentrato sugli altri cinque). Il vero dramma in questa sceneggiatura è che manca il cattivo. E manca persino il buono. Ossia, tradotto in elementi scenici concreti, mancano i ricordi di Voldemort, manca la Profezia, e manca il dolore.
Innanzitutto, alla fine del quinto film Voldemort e MangiaMorte hanno causato la morte di Sirius. Che non fa mai sentire il suo ricordo in questo film. Vogliamo dire che la gente va avanti? Diciamolo.
Lo spettatore non può non ricordarsi dell’appena avvenuto ritorno di Voldemort; invece, in questo film la sua è solo una presenza di sottofondo e unicamente nelle vesti di un pallido bambino di 10 anni e in un adolescente smilzo troppo colorato di verde. Certo, nemmeno nel libro la sua presenza è tangibile ma lo sono i suoi effetti. La gente, nel libro, *muore*, se ne ha continua notizia. Nel film, invece, gli eventi tragici sono affidati a tre round mangiamorteschi a inizio, metà e fine film (orrenda simmetria) dove più che altro assistiamo a della piromania gratuita. Il perchè di questi attacchi a random è assente o addirittura contraddittorio (perchè attaccare la tana se Harry è roba del Signore Oscuro?). Quante vittime producono? Una solamente. Forse però, è stato un errore. Dopo infatti, i bravi mangiamorte tornano a distruggere delle capanne vuote. Sarà strano, ma la scena più spaventosa ho trovato fosse la maledizione a Katie Bell, per due motivi: 1) La scena era netta e precisa, antefatto-fatto-conseguenze 2) La magia che si vede sa molto di più di Arti Oscure di quanto possano delle nubi nere velocissime, dei marchi oscuri e delle esplosioni. Ma supponiamo lo stesso che il messaggio “stanno succendendo cose terribili mentre ci si sbaciucchia” sia giunto lo stesso a destinazione nonostante non ci siano rappresentazioni cruente di questa verità.
Dei ricordi sono stati scelti il primo e l’ultimo, nella doppia forma di ricordo corrotto e poi corretto. Il primo era un must, il ricordo dell’horcrux assolutamente chiave. Ma dato che questo discorso verte sulla sceneggiatura e sui tagli coraggiosi che deve fare, il ricordo corrotto era eliminabile: la menzogna in esso contenuta poteva essere spiegata in un contesto diverso oppure semplicemente sostenere che il ricordo andava recuperato in quanto tale, non in una sua versione “corretta”. Al suo posto, poteva essere inserito un altro ricordo che mostrasse effettivamente Voldemort alle prese con gli horcrux e ciò che è stato capace di fare per arrivare al dominio la prima volta. Poteva essere un adattamento di qualcosa nel libro, o un ricordo appositamente costruito e con un senso compiuto (dato che non mi pare ci siano particolari timidezze nell’aggiungere delle sequenze…). La cosa importante è che si sarebbe aggiunto al film un contatto emotivo coerente con Voldemort che invece è assente. A questo non trovo neanche una delle ipotetiche attenuanti di cui mi sto servendo.
Il ruolo concreto di cattivo viene affidato non a Voldemort, al Principe Mezzosangue o ai Mangiamorte. Ma a Draco Malfoy. Il suo cambiamento e la sua “sesta storia” sono sceneggiate correttamente ed è comunque giusta la scelta di seguire le sue attività senza avvolgerle nel buio a cui Harry è costretto nel libro; primo, non si tratta di uno sconcertante sputtanamento e spostamento temporale alla Barty Crouch Jr. nel Calice; secondo, le sue attività e soprattutto il suo scopo rimangono subdoli. Il fatto però è che tutto quello che vediamo sono dei giochi di magia *babbani*. Signore e signori, la mela è qui, la mela è qui, la mela non c’è più, è sparita, eccola qui. Quanto forte vi sta battendo il cuore?
Infine, niente di quello che si vede nel film sembra suggerire una consapevolezza della profezia. Ad esempio, il prima accennato farsi gli affari propri di Ron e Hermione è quasi giustificato o comunque ridimensionato in quest’ottica. Perfino la morte di Silente, che lascia Harry solo con il suo destino non assume lo stesso significato e, purtroppo, neanche la stessa intensità. In questo senso, il fatto che non ci sia il funerale e al suo posto ci sia una sequenza finale diversamente calibrata è una cosa quasi sensata. Paradossalmente, una cosa così emozionante sarebbe stato troppo, dopo un bel niente. Basta vedere, già è esagerato il discorso finale di Hermione (*per fortuna* che arriva la battuta sdrammatizzatrice)..
Tutte quelle sopra sono mancanze sceniche insolitamente circoscritte trattandosi di un film di Harry Potter, nessuna anomalia basilare. Il libro è effettivamente leggero nei contenuti e “sospeso” per la maggior parte del tempo, cosa che rende gli eventi finali ancora più emozionanti. La leggerezza è integrale nel film, di una precisione ammirevole, e ampiamente prevista da tutti quei “much more of a romantic comedy” che abbiamo sentito. Ma in realtà si tratta di un “way too much of a romantic comedy“. Non c’è equilibrio tra le due anime del film, la “sospensione” della parte tetra semplicemente non esiste, non ha presa. Ognuna delle mancanze sopra discusse nella sceneggiatura della parte dark del sesto film sarà forse opinabile e discutibile separatamente, ma il loro effetto globale è che il film ha un coinvolgimento pari a zero assoluto. Se questo film fosse una figura antropomorfa a scelta, sarebbe un infero magico o uno zombie babbano. L’encefalogramma perfettamente a posto. L’elettrocardiogramma una cosa del genere: _________________________________^_____________.

Il picco è la Caverna.
Questo è il motivo per cui il film mi ha deluso e non mi piace. Il Calice e l’Ordine presentavano scempi orrendi nei personaggi e una sceneggiatura illogica, con tratti anche di incompetenza. Di mancata lettura del libro. Ma qualcosa, come emozioni, la tiravano fuori anche a costo di far inciampare una scena nell’altra. Il Principe Mezzosangue è un film quadrato, lineare, divertente. E vuoto.
Non è una sensazione che è facile accantonare e comunque, se durante il film trovi il tempo anche solo di chiederti se sia valsa la pena cuocere per tre ore a 35 gradi, allora un leggero problema di fondo c’è. Ma a parte questo, il film presenta degli aspetti positivi non di poco conto che sostanzialmente lo salvano.
Per quanto la parte dark sia calibrata male e fuori fase, quella easy e divertente del film è innegabilmente ben riuscita, è proprio l’unico vero pezzo forte del film. Non è stato tenuto fuori niente di fondamentale da questo aspetto, i tagli sono pochi e tutto sommato irrilevanti. Ci sono due cose a cui questo film andava inesorabilmente incontro, senza possibile rimedio. La prima è l’esplosione improvvisa del feeling Ron/Hermione, che sappiamo essere molto ma molto più latente in realtà: facile che succeda, se nel quinto film si è totalmente ignorata la questione e anzi complessivamente negli ultimi due film è sembrata esserci più tensione romantica tra Harry e Hermione che tra lei e Ron. Pur nella sua istantaneità, lo ship cresce piano piano e si aiuta con tutto: dialoghi, battute, situazioni comiche, esplosioni di violenza, sguardi assassini, doppi sensi, sorrisetti complici, momenti dolci. Si passa attraverso tutte le fasi. Come appunto si può dire che le prime fasi, l’indifferenza di Hermione e la fase prettamente ormonale di Ron durano un po’ poco: Hermione sputtana troppo presto quanto invece le importi e Ron-Ron non si “gode” abbastanza Lavanda. Trovo sbagliato anche tempo, luogo e copione dell’invito di Hermione a Ron per il Lumaclub. Ma a parte questo, trovo difficile immaginare si potesse far meglio. 8 e mezzo a Ron/Hermione in questo film. E 8 e mezzo anche ai catalizzatori Lavanda/Cormac, ovviamente.
La seconda conseguenza ineluttabile dei primi 5 HP è che la coppia Harry/Ginny non è credibile. Mi è stato chiaro fin da quando ho visto la prima volta l’Ordine che nel Principe tra Harry e Ginny sarebbe stato così. Patetico. Non siamo ai livelli dell’amore assiomatico Bella/Edward tanto di moda ultimamente, ma sul serio è difficile capire cosa ci trovi Harry in Ginny e viceversa dopo tre film di totale ignorarsi. Per dirla come Lumacorno: Puff, è amore. Poi vabbhè, non solo il compito era impossibile, il piano d’azione scelto per attuarlo è da folli. Se ricapitoliamo, ad Harry per innamorarsi di Ginny sono occorsi: un abbraccio, un urlo a quidditch, restituzione del libro, vederla con Dean (e già questo basta per comportarsi da Signore da Lumacorno), un dolcetto, un gesto servile, vederla in vestaglia e poi lei lo aiuta col libro e smack! Non ci si crede, ma prima di baciarsi praticamente non si parlano mai sul serio! Neanche Silente ci crede: quando si informa sulle sue attività extra-scolastiche lo piazza con Hermione e non con Ginny. Vecchio, ma mica stupido. Ovviamente, questo anche Yates lo sa: difatti sarebbe da pasticcomane se Harry lasciasse Ginny spegnendo subito la Fiamma di questo Eterno Amore per Proteggere la Sua Dolce Metà. Risultato: non la lascia mica eroicamente alla fine del film anzi, rimaniamo con Hermione che gli dà le istruzioni per l’uso, al limite si organizza qualche predicozzo per DH-1.

Sacrificandolo a questa infatuazione impossibile, il personaggio di Ginny è stato un po’ stravolto. Sappiamo tutti che è una ragazza decisamente più tosta e molto meno “La Mia Vita Gira Attorno ad Harry Potter” di come il film la rende. Ma a parte questa eccezzione, il secondo lato enormemente positivo del film è che finalmente i personaggi sono tutti In-Character. E’ una cosa un po’ insperata, considerando la distruzione di Hermione nel quarto, di Harry nel quinto, di Silente negli ultimi due per citare le incongruenze più clamorose, senza poi considerare l’elevato numero di nuovi personaggi. Stavolta i principali Harry, Ron, Hermione, Draco, Silente, Malfoy, Lavanda sono rivisitati coerentemente in lungo e in largo e si aggiungono ai sempre e da sempre perfetti McGranitt, Piton, Hagrid, Lupin, La Famiglia Weasley, Neville, Bellatrix e così via..
Quanto sopra è stato aiutato tanto da un tempo scenico finalmente equilibrato. Quasi nessuno, a parte il Principe Mezzosangue Severus Piton, compare troppo o troppo poco. Esattamente il contrario che nella Fenice e nel Calice. Questo è particolarmente vero per i personaggi primari di questo capitolo ma la cura di questo aspetto si nota soprattutto sui secondari: Luna ha pochi momenti ma scelti chirurgicamente, efficaci; Persino Neville per vie traverse aumenta il suo secondaggio e i Gemelli e Hagrid hanno le loro scene chiave. Soprattutto, non c’è nessun contentino irritante come un Sirius in Computer-Grafica, se vi ricorda qualcosa.
Il terzo pollice alzato al film, che per assurdo rende ancora più lampante l’incompletezza della sceneggiatura, è il livello medio della recitazione che si è alzato tantissimo. A cominciare dalla passerella potteriana finale di un Michael Gambon finalmente autentico Silente (per me è stata una sopresona), tutti quelli che erano al debutto oppure si sono semplicemente visti aumentare il loro tempo di scena hanno fatto un lavorone. Al primo gruppo appartengono soprattutto Jesse Cave e Jim Broadbent (specialmente lui, il migliore) . Al secondo Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint e Tom Felton, tutti al loro migliore lavoro. E se ci aggiungiamo che per nomi da leggenda come Helena Bonham-Carter, Alan Rickman, Robbie Coltrane, Maggie Smith è fisiologicamente impossibile deludere, fosse anche una sola scena, l’acting di questo film è super se rapportato a tutti gli altri della serie. Non c’è nessun “pugno in un’occhio” recitativo.
Daniel passa agevolmente da un Harry all’altro dei tre che vediamo: il cameratesco braccio destro di Silente, il goffo e impacciato spasimante di Ginny e la novità, l’Harry fuso della Felix Felicis (dove sembra veramente un’improvvisazione). Persino nel suo noto tallone d’Achille, a tragedia avvenuta, rende meno peggio. Reggere il ritmo del film era una cosa che aveva fatto bene anche nell’Ordine, ma stavolta in più c’è l’attinenza al personaggio (diverso dall’Harry-tipo della Fenice, ma pur sempre attinente) e la scioltezza nell’interpretazione.
Emma ha corretto in un solo colpo tutti i suoi pugni-in-un-occhio personali. Le sopracciglia sono ferme a dispetto dell’aumento dei motivi per alzarle; sono cessati i respironi disperati del tutto superflui; il pianto e soprattutto la risata sono più naturali che negli altri film, e in generale si vede ciò che aveva anticipato Yates: è più a suo agio. Tutto questo senza aver potuto osservare il punto migliore dell’Emma attrice, l’impostazione della voce (che ad esempio, nella clip originale della biblioteca era “quite something”).
Rupert ha sempre avuto una recitazione incompleta rispetto agli altri due, e non per colpa sua: il suo personaggio è questo e già dal Calice è evidente che si è deciso di accentuare la parte comica di Ron riducendo il resto al più che è possibile. Ma se nel quarto e nel quinto Rupert era stato un brillante comico, qui proprio sfonda: l’80% delle risate del più divertente film di HP si fa per merito suo.
Tom è il miglior giovane attore di questo film per come assolve il compito più difficile. Non solo si trova improvvisamente tra i protagonisti effettivi senza troppa precedente esperienza (è stato via via trascurato dal terzo in poi), ma deve anche rendere evidente un cambiamento radicale del suo personaggio. Ci riesce, con ben due acuti: i crolli emotivi nel bagno e nella torre. (In attesa di poter sentirlo davvero litigare con Piton.)
Bonnie è ingiudicabile. A parte la storpiatura del suo personaggio, fino alla scena del bacio non ha una frase lunga da dire, ma solo battute alternate. O urla. Non mi ha mai convinto, ma giudicarla davvero è un po’ una forzatura.
Voldemort bambino è uno spettacolo disturbato, fantastico. Voldemort giovane è un damerino che non da affatto impressione di essere subdolo. Era molto più inquietante il Tom Riddle della Camera dei Segreti.

Il copione di questo film è uno scandalo. I dialoghi non sono nè dei colpi di genio nè delle banalità assurde, e le battute divertenti le abbiamo sentite tutti, ma quando sfociano nella mancanza di serietà, le continue ingerenze della comicità nelle situazioni tetre lo rendono un abominio. “Palle di drago”, “Queste ragazze mi uccideranno”, “E’ meglio se ci vai piano con Ron..”, “Harry chi?”, ecc ecc e il posto che occupano nel dialogo rendono “E ORA A LETTO! TUTTI E DUE!” del quarto film una cosa quasi umana, sopportabile. A parte il già citato invito di Hermione a Ron al party, non si può che condannare la battuta mancante di Silente “Non ho paura Harry. Sono con te“.
La colonna sonora, gli effetti speciali e la fotografia sono stati migliori altrove, ma hanno il grande pregio di sincronizzarsi per dare il loro meglio nella sequenza della grotta-caverna.

» Appunti Sparsi

Il duello Draco-Harry è orribile da vedere fino al Sectumsempra. Sia le inquadrature che gli effetti speciali/sonori sono da sparatoria qualunque in un film di Steven Seagal. Ma dove cacchio sta la magia? Agitano la bacchetta e tutto quello che si sente e si vede è pari pari a quello che si sentirebbe e si vedrebbe se fossero proiettili vaganti!
Non so com’era la vostra pellicola, ma ho trovato assurdo che le inquadrature del testo del libro del Principe Mezzosangue siano state sottotitolate solo in un caso. “Ficcagli in gola un bezoar” ad esempio non è sottotitolato. Come ca… ad esempio, come fa Harry a salvare Ron?



Edited by allison. - 23/7/2009, 10:16
 
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