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need., house/cameron-- conclusa

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»Bea.
view post Posted on 24/9/2008, 19:33




Titolo: Need.
Autore: io! ora come ora ;beatris.
Personaggio/Coppia: Dr. Gregory House, Dr. Allison Cameron.
Rating: verde.
Avvertenze: Forse il titolo lo cambierò, dipende dalla sfumatura che prende la storia!Bisogna sempre lasciarsi trasportare dai personaggi e non far fare loro ciò che vuoi o pensi tu. La storia detta le regole. ù.ù


Need


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Voleva tirare fuori l’argomento da un bel po’ ormai; aveva bisogno di sapere, di sapere se la importava ancora di lui dopo tutto quello che le aveva fatto.
Voleva parlarne e quello sembrò un buon punto di inizio.
-Allora… Come mai mi hai detto quelle cose, quando ero sulla barella, dopo che mi avevano sparato. Voglio dire, tu non sapevi se ce l’avrei fatta. Eri agitata, e non lo sapevi. - disse, girandosi verso di lei.
Cameron si voltò, corrucciata in una buffa espressione con il bastoncino per mescolare il tè in bocca.
-Ero in ansia. In ansia per te, stupidamente. Mi ero dimenticata che Gregory House non ha bisogno di nessuno. - sorrise amaramente.
-E nessuno ha bisogno di Gregory House.-
-Io ne ho-
Idiota, si disse lei, Si era ancora lasciata andare.
Si era lasciata sfuggire la verità. Davanti a quegli occhi, aggrappati ai suoi, non riusciva a trattenersi, parlava a ruota libera, e rischiava di far saltare la sua copertura di distaccata assistente che non provava niente per il suo capo, che d’altro canto non provava niente per lei...
Idiota.

-No, non è vero. E io non ho bisogno di te. –
Oh si, ne hai, stupido me stesso. Come hai bisogno di amici, di aria, di acque, hai bisogno di lei. Ammettilo, almeno a te stesso.
Come al solito le loro discussioni private sfociavano sempre in uno sguardo.

Il più intenso sguardo immaginabile. Quando gli occhi della ragazza si incatenavano a quelli dell’uomo più stranamente amabile che avesse mai incontrato tutto sfocava, e l’unica cosa importante era rimanere immobili, a guardarsi, a studiarsi, a cercare di comprendere il modo di ragionare dell’altro.
Gli occhi, gli uni dentro gli altri mandavo scintille, letteralmente, e Cameron amava sentire il torpore delle palpebre che solo grazie agli ordini del suo cuore non si chiudevano ponendo fine al contatto più dolce di un bacio e più violento di una notte di sesso sfrenato.
House strinse il bracciolo della sedia nel pugno, più di quanto fosse umanamente possibile.
-Già- sospirò la ragazza controvoglia.
Per quanto Cameron volesse restare impietrita davanti a lui per sempre, sapeva che quello sguardo doveva avere una fine e preferiva mettere lei la conclusione, piuttosto che rimanere ancora maggiormente delusa quando House avrebbe girato la faccia, sottraendole il piacere di fissarlo negli occhi.
Doveva proteggere se stessa, come aveva detto già una volta.
In quel momento entrò Wilson, con una cartella in mano.
-Ehi, ciao House. Cameron… - accennò un saluto con la testa.
La ragazza gli sorrise e House si voltò, gli occhi chiusi per un attimo e poi spalancati, sempre per un attimo, verso l’amico.
- Jimmy, qualche news?-
- Bè in effetti si, la Cuddy voleva che vi ricordassi della serata di domani.-
-Quale serata? Ah, il ballo delle debuttanti!- rispose House in una smorfia.
- Non è un ballo delle debuttanti è soltan..-
- Cosa devo mettermi, voglio dire, inizieremo col foxtrot, il valzer o porto le scarpette da tip-tap?-
- House! Mi lasci almeno spie-
-Aspetta non è che adesso che la gamba è a posto, la Cuddy mi coinvolgerà in un tango passionale, no sai, non vorrei farmi coinvolgere troppo-
Wilson sospirò, abituato ad essere sempre interrotto dall’amico, nei rari momenti in cui riusciva ad iniziare la frase, naturalmente.
-Okkei, spiega pure, il tuo bisogno impellente di spiegare agli altri cose che sai solo tuo, credendo che così li farai sentire migliori e che in questo modo crederanno di aver bisogno di te, è talmente evidente che non posso trattenerti ancora! Eh!- esclamò House, gli occhi al cielo.
- Allora… Domani, alle otto, ci sarà una serata come quella del Poker mesi fa. Solo che sarà meno mirata a farmi perdere soldi contro la Cuddy.- sorrise amaro.- In pratica è una serata di gala per l’apertura del nuovo reparto pediatrico, tranquillo non ci saranno bambini- anticipò lo sguardo sarcastico di House.
- In più- continuò.-ci saranno ottimi buffet e musica da camera per ballare.-
- Immagino che non sia possibile declinare elegantemente l’invito- borbottò House.
- Non per te.-
- Naturalmente…-
- Ti aspettavi qualcosa di diverso da Lisa Cuddy?- ammiccò l’oncologo guardando il cercapersone che stava squillando.- bene, io devo andare, adesso. Ci vediamo domani sera, House! Ciao Cameron, buon lavoro!-.
-Ciao! – urlò la ragazza verso Wilson che oramai era già scomparso dietro le scale.
-…Fantastico.- mugugnò House.
- Allora, dove sono tutti? - di risposta al lamentoso borbottio del capo.
- Proprio qui, sono appena arrivate le analisi…- disse Foreman entrando di slancio seguito a ruota da Chase con un blocco di carte e lastre.


* * * *


La serata si prospettava noiosa.
Nella grande sala illuminata a giorno, benché fossero le nove di sera, da candele e lampadari monumentali era sgombra da un lato e piena di cibarie, buffet su lunghi tavoli bianchi, decine di piante e fiori decorativi, altrettanti tavolini con sedie dall’altro.
Medici, infermieri e qualunque genere di importanti finanziatori sedevano, in gruppi ben distinti, sorseggiando liquidi colorati di ogni genere o semplice vino bianco.
- La Cuddy ha pensato proprio a tutti, eh? Là in fondo c’è persino un bar. – sogghignò Wilson.
- Si amico, andiamo a farci una birra al saloon Far West, già che ci siamo. – rispose House abbandonando per un minuto la faccia scura che aveva sfoggiato per tutta la serata, per sostituirlo con una smorfia sarcastica.
- Bè non sarebbe una cattiva idea… Hai notato che tutta le persone, di cui conosco si e no quattro infermiere e un paio di medici, sono leggermente disposte in modo un po’ asimmetrico?!- Wilson accennò con il capo alla grande quantità di gente ammassata a destra, per lasciare vuoto tutta l’ala sinistra del salone, dove si trovava solo l’orchestra e un paio di panche scure al muro.
- Penso che sia dovuto al fatto che il nostro raggio di sole barra il diavolo veste Cuddy, non abbia ancora dato il via allo spettacolo di danza.-
- House, guarda chi c’è! – interruppe Wilson, dirigendosi tranquillo verso i due assistenti del diagnosta.
- Eccovi paperotti miei! Foreman, ti avevo scambiato per l’ombra di Chase! Tutto nero così, la tua faccia si confondeva con la giacca dello smoking.-sorrise, se così si può dire, House.
- Il tuo odioso sarcasmo non è mai fuori servizio? – si irritò Foreman.
- No, ragazzi mi spiace, non ho mai visto la sua ironia in pensione in anni di amicizia.-
- Ci stavamo chiedendo se qualcuno di voi due pezzi grossi conosce almeno due persone tra tutti questi sconosciuti…- si intromise Chase.
- Sono tutti amanti, mariti, o finanziatori della Cuddy, penso.-
- House che piacere sentirti sempre parlare di me!.-. Una voce femminile tagliente si fece largo tra i medici e apparve Lisa Cuddy.
- Cuuuuddy! Che piacere vederti! Dimmi, mia cara cosa serve avere mezzo salone vuoto se nessuno lo usa?- ammiccò House.
Lisa sorrise e risposte calma:- Ovvio, serve a ballarci Ora che mi ci fai pensare sarebbe anche ora di dare il via alle danze!-
- Non senza di me!- esclamò una voce frizzante alle loro spalle.
- Ehi ma qui fanno tutti entrate ad effet…- iniziò House, ma si bloccò, voltatosi, davanti alla donna che si trovò davanti.
Cameron era letteralmente magica.
Indossava un vestito senza spalline, corto, liscio fino alle cosce e che poi proseguiva con degli sbuffi leggeri di seta che aleggiavano intorno alle sue gambe chiare fino all’inizio dei polpacci.
Aveva lasciato i capelli mossi sciolti, se non per due ciuffi tirati indietro, liberi di scendere lungo la bianca schiena nuda.
Le scarpe alte, fini erano rosso scuro, abbinati al vestito.
Lasciava del tutto senza parole.
Salirono fischi d’approvazione da Chase e Foreman, mentre Wilson si complimentò con un gran sorriso.
- Cameron. Ragazzi vi do un paio di minuti per riprendervi, poi vi voglio in pista. Anche tu House! Ti ho dato la ketamina solo per vederti ballare.- ordinò la donna e si allontanò, dirigendosi verso il palchetto dove, attirando l’attenzione dei presenti iniziò a ringraziare e blaterare riguardo a qualcosa sul ballo, che House non ascoltava più.
Diavolo, pensò, come si fa a dire di no ad una ragazza simile?! Come faccio a resistere ad un corpo così.
Scosse minimamente la testa per riprendersi dai suoi pensieri.

- Dai, ragazzi, ditemi, come sto? – civettò lei con un malizioso, ma bellissimo sorriso.
Lui adorava i suoi sorrisi; non c’era cosa più bella, dolce, tenero e esaltante da vedere per qualunque essere umano.
Una delle prime volte che vide quel sorriso, almeno da quanto ricordava, e ricordava solo i momenti in cui loro due erano soli, le sue labbra erano stese leggermente in una smorfia, arresa, che a malapena nascondeva la delusione di essersi sentita dire di no, la tristezza.
Forse proprio in quel momento, proprio in quel sorriso, House aveva capito, che lei era strana, diversa dalle altra, almeno quanto lui era diverso dagli altri.
-..e quindi, diamo ufficialmente inizio alla serata con lo spettacolo di danza, in cui si esibiranno due fantastici e famosi ballerini.- concluse la Cuddy, scendendo dal palco e accennando al tecnico di abbassare le luci.
Impiegò pochi secondi ad abituarsi al cambiamento di luce e mise a fuoco il suo viso.
Sembrava di porcellana anche in quel momento, quando nel buio le luci erano puntate, scarlatte, su due figure esili che entravano in scena, anziché su di lei, il vero spettacolo.
Cameron era presissima dal ballo di sala, tango, o qualunque cosa fosse, e House si rallegrò del fatto che non lo stesse guardando, perché, se non avesse imparato negli anni a nascondere ciò che sentiva, probabilmente avrebbe sbavato.
Si concentrò sui suoi occhi-gli aveva lasciati per ultimi, il dessert- e vide in quegli smeraldi una fitta di dolore, invidia, mista a profonda ammirazione.
Le labbra semi-dischiuse, respiravano piano, dolci, sentiva il suo respiro, il suo profumo inebriare l’aria, ma magari solo lui poteva sentirlo.
Si girò, curioso di sapere qual era la cosa che Cameron, lei che avrebbe potuto avere tutto, bramava.
Al centro della sala, leggeri, eleganti e aggraziati come fossero nuvole veloci, due ballerini, aggrappati l’uno all’altro danzavano.
In effetti erano incredibili, anche lui House, che non aveva mai apprezzato la danza, ora vedeva quel tango come una splendida espressione dell’amore.
Si trovò a ridacchiare tra se e se pensando che in effetti era una bella sintesi del suo ‘rapporto’ con lei, Cameron.
In un momento si rese conto che voleva rivedere l’espressione estasiata di Cameron, quante più volte poteva.
Voleva che lei lo guardasse nel modo in cui stava guardando il ballerino, voleva stringerla a se e farla roteare a ritmo della musica, farla scivolare tra le sue braccia e sentire il suo corpo fremere di felicità come in quel momento.
Il silenzio improvviso irruppe nei suoi pensieri come un accordo stonato.
La Cuddy ridacchiò qualcosa sul ‘Apriamo le danze’ e si precipitò giù dal palco.
I primi ad entrare in pista furono, a sorpresa, proprio la Cuddy e Wilson, che, lasciando tutti aperta, iniziarono a volteggiare eleganti e allegri su musica da camera lenta e dolce.
Aveva avuto tante di quelle occasione da prendere, tante che oramai aveva perso il conto ed era abituato alla sensazione di malessere, il contrario di un sospiro di sollievo, che si aggrappava allo stomaco quando si rendeva conto che le parole ch gli morivano sulle labbra avevano perso la propria occasione.
Seguirono a ruota due infermieri, e altri medici, riempiendo la sala.
Lui meccanicamente si alzò, la mente annebbiata senza pensare minimamente a cosa stava facendo, sembrava che dormisse, e non riusciva neanche a capire come mai le gambe si muovessero verso di lei, e, se non fosse stato il diagnosta che era, avrebbe ipotizzato che era il cuore a dare gli stimoli e non i neuroni del cervello.
Si avvicinò, sempre più vicino alla sua sedia, quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo fermò.
Se non fosse stato emotivamente a pezzi in quel nanosecondo, di sicuro avrebbe urlato: ‘MA NO! Ma che cazzo di sfiga!’ e riso di quello sfigato, che ora era lui.
Si, perché infatti, una mano si era posata sulla schiena bianca della ragazza.
Lei si risvegliò e sorrise, girando il capo per salutare un, a detta di House, tizio tizietto, stupido, idiota bellimbusto quasi peggio dell’australiano, che le mostrava una dentatura perfetta.
Lei si alzò, sembrava una mielosa scena di Cenerentola, lui che le chiede questa danza, lei che posa leggermente la sua mano in quella di lui e bla bla bla.
Sinceramente, non era tanto masochista da vederla ballare con lui, ma... bè si lo era.
- Cameron?- chiese l’uomo, prima di farle fare una giravolta.
-Mm?-
- Cameron…guarda che potevi anche rifiutare il mio invito!-
- Eh?Cosa? No, Jack, avevo davvero voglia di venire al ballo con te!-
- Coda di paglia! Non ho detto che non avevi voglia. Diciamo che io sono un ottimo vino novello, indiscutibilmente piacevole, ma… tu avresti amato di più uno Champagne del ‘98.- sorrise, lasciandola con la bocca semi-aperta, che si richiuse, arresa in un sorriso triste.
-Jack, ti giuro, io avrei…-
-Voluto.- finì Jack. -Lo so Cameron e non ti sto biasimando.- continuava a sorridere. –Vai.-
E dove? Pensò. A dire ‘Ehi tu, stupido diagnosta figlio di puttana, visto che ti amo come non ho mai amato nessuno, sai che sto cercando con tutte le mie forze di dimenticarti?’
Si può andare come frase. Concluse con un ghigno, e si diresse verso il bancone.
-House? Mi sta ascoltando?-
-Sinceramente? No. - disse e sotto lo sguardo sconvolto della Cuddy e del finanziatore primario dell’ospedale, se ne andò, senza degnarli di uno sguardo.
Cavolo, lo stava facendo, si stava avvicinando a lei.
- Come si dice in questi casi? Mi offre un ballo?- accennò, guardandola solo con la coda dell’occhio. Forse se si perdeva nei suoi occhi, sarebbe sembrato troppo romantico.
- S-si, certo.- era letteralmente senza fiato.
- Ora che ne ho la possibilità, perché no?- aggiunse lui, con un smorfia delle sue, e sembrava voler
convincere più se stesso che lei…
Le prese la mano e la condusse sulla pista senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Mmh..brutta mossa, guardala negli occhi mi… squilibra. Si, ecco, danneggia il mio equilibro, manda a monte i miei piani, e le mie convinzioni…
Le strinse la mano e iniziarono a ballare.
Cameron era stupenda, irradiava emozione e felicità da tutti i pori, i suoi occhi scintillavano. E House non era da meno…
La musica non era neanche più importante, c’erano solo loro. Finalmente soli. In mezo a decine di persone, ma questo era un particolare secondario!
- Chi era.-
-Cosa?.-
-Chi era il ragazzo? Quello con cui sei venuta e che adesso se ne è andato senza neanche salutarmi!- fece la faccia offesa, ma gli occhi erano arrabbiati, scuri di un blu troppo profondo per essere sereno.
-Jack. Era…Jack.-
-Bene. Ora ne so di più.-
- Era un vecchio amico di…famiglia. Il figlio più piccolo dell’insegnante di mio marito.- chinò il capo. – E’ una storia lunga.-
-E ora dov’è il ragazzo? Ah, eccolo! Proprio là, tra la maleducazione e la signora Stupidità! Non lo vedi? – disse lui, accennando con il capo ad un angolo della sala.
Lei sorrise e disse, ridacchiando:
-In realtà sono stata io la cattiva…-
-Tu?! Il piccolo angelo d’America?. Non ci credo….-
-Già, in pratica non l’ho guadato tutta la sera e alla fine se ne è accorto.-
- Bè, di sicuro io ho guardato te.-
Si guardarono per una attimo lunghissimo e Cameron si accorse che avevano ballato fino ad arrivare all’entrata, anch’essa tutta decorata con fiori, che portava al parcheggio.
-Sei bellissima.- sospirò lui. E si avvicinò al suo viso, una mano che tirava leggermente la sua guancia verso il suo volto.
Lei tremò e si ritrasse.
-No! Nononononono! NO! Come puoi…Io…Tu.. Ce l’avevo fatta, io…ero riuscita a…controllare il dolore. E adesso..Tu.. Come osi farmi questo? Tu mi …hai sempre…-
-Cam, ma che?- iniziò House, sconcertato.
-IO TI AVEVO REPRESSO! In fondo al mio cuore, e ora. che. Riesco. A…nascondermi… MMMH!- si lamentò sedendosi in equilibrio sui piedi, come in ginocchio, ma senza toccare a terra, in posizione ‘cosciata’.
-Io…- si prese la testa tra le mani. - ..non potrei fisicamente sopportare altro dolore. delusione. Io..- ma si fermò, perché House le aveva preso la testa fra le mani forti e la guardava in un modo così dolce che Cameron non aveva più voglia di piangere.
-Io non voglio deluderti- -E ottengo sempre ciò che voglio.-
Si erano alzati lentamente e, con spiacere di entrambi, il contatto fisico si interruppe.
Erano ad un paio di metri l’uno dall’altra.
Lei fece due passi veloce verso di lui, gli occhi accesi, le braccia leggermente sollevate, come per abbracciarlo, ma di scatto si fermò, i pugni si serrarono, il volto contratto dallo sforzo, dal dolor, si girò verso il basso.
Non ci riusciva ancora.

-Guardami.- disse lui, piano, posando due dita sulla sua guancia rossa, calda.
Lei si voltò incapace di resistere a quella sua improvvisa dolcezza.
I loro occhi si incrociarono di nuovo.

Che strano, pensò lei, i suoi occhi sono più belli, più.. brillanti.
Che strano
, pensò lui, i suoi stupendi occhi sembrano…scintillare.
Gli sorrise triste e lo accarezzò piano; lui le prese il viso tra le mani, e scese verso i fianchi, avvicinandola a sé.
Non aveva voglia di resistere, un attimo con lui valeva ben del dolore.
E si baciarono. Prima fu passionale, e poi tanto dolce, consapevole che avevano tutto il tempo del mondo.
Ad ogni modo, quel bacio sembrò durare una vita.

Una felicissima vita. Una vita. Insieme

Edited by ;beatris - 24/12/2008, 12:56
 
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Josh904
view post Posted on 24/9/2008, 20:05




Bea, questa FanFic è stupenda...Ti adoro, continua a scrivere, hai uno stile perfetto, mai banale o infantile!!!

Presto posterò anche la mia!!

Ti ringrazio per il logo...

xoxo Josh904 (Fottuto a Gossip Girl, eeheh!)
 
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»Bea.
view post Posted on 25/9/2008, 20:05




Grazieee! Fratellino ti adoro tantu!
E' bello sapere che piace!
 
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»Bea.
view post Posted on 26/9/2008, 19:59




Ecco qua l'ultimo capitolo!:


Seguirono a ruota due infermieri, e altri medici, riempiendo la sala.

Lui meccanicamente si alzò, la mente annebbiata senza pensare minimamente a cosa stava facendo, sembrava che dormisse, e non riusciva neanche a capire come mai le gambe si muovessero verso di lei, e, se non fosse stato il diagnosta che era, avrebbe ipotizzato che era il cuore a dare gli stimoli e non i neuroni del cervello.

Si avvicinò, sempre più vicino alla sua sedia, quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo fermò.
Se non fosse stato emotivamente a pezzi in quel nanosecondo, di sicuro avrebbe urlato: ‘MA NO! Ma che cazzo di sfiga!’ e riso di quello sfigato, che ora era lui.

Si, perché infatti, una mano si era posata sulla schiena bianca della ragazza.

Lei si risvegliò e sorrise, girando il capo per salutare un, a detta di House, tizio tizietto, stupido, idiota bellimbusto quasi peggio dell’australiano, che le mostrava una dentatura perfetta.

Lei si alzò, sembrava una mielosa scena di Cenerentola, lui che le chiede questa danza, lei che posa leggermente la sua mano in quella di lui e bla bla bla.

Sinceramente, non era tanto masochista da vederla ballare con lui, ma... bè si lo era.


- Cameron?- chiese l’uomo, prima di farle fare una giravolta.

-Mm?-

- Cameron…guarda che potevi anche rifiutare il mio invito!-

- Eh?Cosa? No, Jack, avevo davvero voglia di venire al ballo con te!-

- Coda di paglia! Non ho detto che non avevi voglia. Diciamo che io sono un ottimo vino novello, indiscutibilmente piacevole, ma… tu avresti amato di più uno Champagne del ‘98.- sorrise, lasciandola con la bocca semi-aperta, che si richiuse, arresa in un sorriso triste.

-Jack, ti giuro, io avrei…-

-Voluto.- finì Jack. -Lo so Cameron e non ti sto biasimando.- continuava a sorridere. –Vai.-

E dove? Pensò. A dire ‘Ehi tu, stupido diagnosta figlio di puttana, visto che ti amo come non ho mai amato nessuno, sai che sto cercando con tutte le mie forze di dimenticarti?’
Si può andare come frase. Concluse con un ghigno, e si diresse verso il bancone.

-House? Mi sta ascoltando?-

-Sinceramente? No. - disse e sotto lo sguardo sconvolto della Cuddy e del finanziatore primario dell’ospedale, se ne andò, senza degnarli di uno sguardo.
Cavolo, lo stava facendo, si stava avvicinando a lei.

- Come si dice in questi casi? Mi offre un ballo?- accennò, guardandola solo con la coda dell’occhio. Forse se si perdeva nei suoi occhi, sarebbe sembrato troppo romantico.

- S-si, certo.- era letteralmente senza fiato.

- Ora che ne ho la possibilità, perché no?- aggiunse lui, con un smorfia delle sue, e sembrava voler
convincere più se stesso che lei…

Le prese la mano e la condusse sulla pista senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

Mmh..brutta mossa, guardala negli occhi mi… squilibra. Si, ecco, danneggia il mio equilibro, manda a monte i miei piani, e le mie convinzioni…

Le strinse la mano e iniziarono a ballare.

Cameron era stupenda, irradiava emozione e felicità da tutti i pori, i suoi occhi scintillavano. E House non era da meno…

La musica non era neanche più importante, c’erano solo loro. Finalmente soli. In mezzo a decine di persone, ma questo era un particolare secondario!

- Chi era.-

-Cosa?.-

-Chi era il ragazzo? Quello con cui sei venuta e che adesso se ne è andato senza neanche salutarmi!- fece la faccia offesa, ma gli occhi erano arrabbiati, scuri di un blu troppo profondo per essere sereno.

-Jack. Era…Jack.-

-Bene. Ora ne so di più.-

- Era un vecchio amico di…famiglia. Il figlio più piccolo dell’insegnante di mio marito.- chinò il capo. – E’ una storia lunga.-

-E ora dov’è il ragazzo? Ah, eccolo! Proprio là, tra la maleducazione e la signora Stupidità! Non lo vedi? – disse lui, accennando con il capo ad un angolo della sala.

Lei sorrise e disse, ridacchiando:
-In realtà sono stata io la cattiva…-

-Tu?! Il piccolo angelo d’America?. Non ci credo….-

-Già, in pratica non l’ho guadato tutta la sera e alla fine se ne è accorto.-

- Bè, di sicuro io ho guardato te.-

Si guardarono per una attimo lunghissimo e Cameron si accorse che avevano ballato fino ad arrivare all’entrata, anch’essa tutta decorata con fiori, che portava al parcheggio.

-Sei bellissima.- sospirò lui. E si avvicinò al suo viso, una mano che tirava leggermente la sua guancia verso il suo volto.
Lei tremò e si ritrasse.

-No! Nononononono! NO! Come puoi…Io…Tu.. Ce l’avevo fatta, io…ero riuscita a…controllare il dolore. E adesso..Tu.. Come osi farmi questo? Tu mi …hai sempre…-

-Cam, ma che?- iniziò House, sconcertato.

-IO TI AVEVO REPRESSO! In fondo al mio cuore, e ora. che. Riesco. A…nascondermi… MMMH!- si lamentò sedendosi in equilibrio sui piedi, come in ginocchio, ma senza toccare a terra, in posizione ‘cosciata’.

-Io…- si prese la testa tra le mani. - ..non potrei fisicamente sopportare altro dolore. delusione. Io..- ma si fermò, perché House le aveva preso la testa fra le mani forti e la guardava in un modo così dolce che Cameron non aveva più voglia di piangere.

-Io non voglio deluderti- -E ottengo sempre ciò che voglio.-

Si erano alzati lentamente e, con spiacere di entrambi, il contatto fisico si interruppe.
Erano ad un paio di metri l’uno dall’altra.
Lei fece due passi veloce verso di lui, gli occhi accesi, le braccia leggermente sollevate, come per abbracciarlo, ma di scatto si fermò, i pugni si serrarono, il volto contratto dallo sforzo, dal dolor, si girò verso il basso.
Non ci riusciva ancora.

-Guardami.- disse lui, piano, posando due dita sulla sua guancia rossa, calda.
Lei si voltò incapace di resistere a quella sua improvvisa dolcezza.
I loro occhi si incrociarono di nuovo.

Che strano, pensò lei, i suoi occhi sono più belli, più.. brillanti.
Che strano, pensò lui, i suoi stupendi occhi sembrano…scintillare.

Gli sorrise triste e lo accarezzò piano; lui le prese il viso tra le mani, e scese verso i fianchi, avvicinandola a sé.

Non aveva voglia di resistere, un attimo con lui valeva ben del dolore.

E si baciarono. Prima fu passionale, e poi tanto dolce, consapevole che avevano tutto il tempo del mondo.
Ad ogni modo, quel bacio sembrò durare una vita.

Una felicissima vita. Una vita. Insieme.
 
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Josh904
view post Posted on 2/11/2008, 15:10




Mi ero completamente scordato di questa fanfic
*Bea adesso bastona Josh*

Beh, che dire...La storia è (stata) molto interessante, una prospettiva piuttosto diversa dagli episodi di dottor House...Direi che c'era proprio bisogno {NEED!!!!!} di questa "svolta" nella storia Cotton Candy


Ciao!
 
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»Bea.
view post Posted on 2/11/2008, 15:27




Ma figurati frate!
Sono sempre stra felice dei tuoi commenti! (L)
 
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Josh904
view post Posted on 2/11/2008, 15:40




CITAZIONE (»Bea. @ 2/11/2008, 15:27)
Ma figurati frate!
Sono sempre stra felice dei tuoi commenti! (L)

Felice di farteli, cara mia!!
Però la mia fan-fic non la legi mai..... image image
Non è così spaventosa!! Non mi costringere a mettere una scena di sesso per risollevare le quote!!!!
 
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6 replies since 24/9/2008, 19:33   525 views
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